Curriculum corto
Giusto due parole per "raccontare" come sono arrivato a fare il ricercatore.
Sono nato nel 1961, l'anno del primo uomo nello spazio. Alla fine del liceo scientifico, ero indeciso tra iscrivermi a filosofia o fisica, alla fine scelsi la seconda.
Ho studiato quindi ad Arcetri, insegnamenti poco entusiasmanti (il docente di fisica 1, Manlio Mandò, aveva insegnato anche a mia madre...)
Non sono mai stato molto fanatico per la fisica, almeno quella tradizionale (atomi, elettroni, particelle...) mentre ero piuttosto attratto dall'informatica e dai computer. Comunque mi sarebbe tanto piaciuto fare ricerca ed insegnare fisica, ma reputavo impossibile diventare professore (o ricercatore, ruoli abbastanza indistinti per me in quell'epoca). Me la presi abbastanza calma (ma comunque la media di laurea a quei tempi era di 7 anni).
Nel 1985 (più o meno) venni a sapere che Stefano Ruffo e Roberto Livi, a quei tempi due giovani ricercatori di fisica statistica e sistemi dinamici stavano cercando un laureando per costruire un calcolatore dedicato alla simulazione di automi cellulari, argomento di gran moda. I computer dell'epoca erano abbastanza scarsi, e Tommaso Toffoli aveva appunto costruito una scheda hardware che permetteva di accelerare di molto questo compito. A Roma, Nicola Cabibbo aveva progettato e costruito un clone (anche se basato su un disegno completamente diverso) e aveva passato i disegni a Ruffo e Livi. Non sapevo nulla o quasi di elettronica digitale, ma l'argomento mi interessava, e li convinsi a prenderci in tesi in due, io e un mio caro amico, ancora più versato su elettronica e informatica di me. Per farla breve, io mi sono laureato e lui no (ma siamo ancora amici).
Questo amico lavorava in una ditta di informatica ora scomparsa, e dopo poco iniziai anch'io a scrivere programmi, fare assistenza software e cose del genere.. Inutile dire che questa attività, anche se mi ha permesso di andarmene a vivere per conto mio, rallentò un bel po' i miei studi (ma mi ha fornito di strumenti utili per andare avanti, come vedremo).
Nel 1989 mi laureai e lasciai la ditta. Dopo poco andai a Ginevra (a lavorare con Michel Droz) con una borsa Della Riccia. Dopo circa 9 mesi vinsi (per rinuncia di chi era arrivato prima di me) una borsa di INFM e me ne tornai a Firenze. Nel 1990 scoprii che c'erano un concorso per tecnico laureato a fisica, e (come altre 40 persone) decisi di provare. Dato che nella stesa gazzetta ufficiale c'erano i bandi per altri posti equivalenti in altri dipartimenti, decisi di fare qualche altra domanda. A fisica ovviamente non passai, ma a Matematica Applicata invece si (tre domande, due presentati al concorso, fu abbastanza facile), e quindi entrai nell'università dalla porta di servizio, per così dire. Ovviamente i miei studi di fisica non erano serviti a molto, mentre l'esperienza informatica fu determinante per passare l'esame (beh, anche gli esami di analisi...). Mi ritrovai quindi a fare il system manager del dipartimento di Matematica Applicata a Ingegneria, dipartimento che non aveva né server né rete!
Costruii quindi l'infrastruttura informatica del dipartimento (tra l'altro il servizio di assistenza alla didattica WebTeach, anche ancora funziona), e continuai a fare ricerca (in fondo il mio posto era per un tecnico di laboratorio, non un informatico). Nel frattempo provai a fare un paio di concorsi per fare un dottorato a Firenze (non c'erano ancora i posti senza borsa), senza successo, e quindi nel 1994 mi iscrissi al dottorato (senza borsa ovviamente), a Parigi VI (Pierre et Marie Curie) sotto la direzione di Nino Boccara. Per fortuna, in Francia c'è la formula del dottorato internazionale, dedicato a chi passa la maggior parte del suo tempo di dottorato all'estero. Nel 1997 presi quindi un dottorato in fisica teorica, lavorando sempre sugli automi cellulari.
Nel 2001 approfittai della legge 4/99 che permetteva di fare concorsi riservati ai tecnici laureati con 3 anni di attività di ricerca e (passato il concorso) presi servizio come ricercatore di fisica, presso il dipartimento di Energetica, sempre nella facoltà di Ingegneria. Finalmente, a 40 anni, potevo smettere di fare fisica per hobby e informatica per sopravvivere, e cominciare a fare fisica per mestiere e informatica come hobby. Un grosso cambiamento. Comunque finalmente
Ho continuato quindi a fare ricerca, pubblicare, dirigere lavori di tesi di laurea e di dottrato, partecipare a progetti di ricerca, ecc, come prima, e in più ho cominciato ad insegnare. Per i dettagli si veda il mio curriculum esteso.
Quando ero tecnico laureato ero in un ruolo praticamente ad esaurimento, e poco dopo essere diventato ricercatore, con la legge Moratti 237/2005 sono tornato a essere in un ruolo ad esaurimento, dato che i ricercatori a tempo indeterminato non dovrebbero più essere assunti (cosa confermata dal disegno di legge Gelmini). Per cercare di dare il mio contributo all'università italiana (e quindi contrastare la deriva aziendalistica propugnata da destra ma anche da sinistra) mi do da fare nel coordinamento ricercatori dell'Università di Firenze..
Mi occupo anche di divulgazione scientifica, attraverso i caffescienza e i caffescienza junior.